Cristina Rasparini e Giacomo Brega

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    Pare sia saltata la vendita all'accozzaglia usa-sauditi.
    Bene così.
     
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    CITAZIONE (Michi2004 @ 19/8/2018, 11:15) 
    Dobbiamo fidarci di Brega & Co.
    Non penso che adotti azioni irresponsabili pur di staccare la spina. Oltretutto l'attuale Proprietà è perfettamente a conoscenza di quale cordata di mercenari siano coloro con i quali stanno trattando visto gli imbrogli nel passato perpetrati.
    Brega è troppo per bene e non lascerà di lui un ricordo così mediocre.

    Non avevo dubbi.
     
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    tra l'altro pare che la (numerosa) cordata straniera voglia comprare il nome AC Pavia.
    Chiederanno al sindaco.
     
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    Aspettiamoci quindi che cerchino di accaparrarsi lo stadio, l'anno prossimo.
     
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  5. giòrgio 53
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    Speriamo vivamente che anche il Nostro Sindaco provveda a cacciare il più lontano possibile questi personaggi.
    oggi ennesima menzogna di Pincione che sulla Provincia sostiene che il Grosseto giocò contro l'Olbia LA FINALE PLAY OFF PROMOZIONE, per salire in Lega Pro nel maggio 2016, e che la sua squadra vendette ai sardi la partita.
    ora poichè non siamo venuti giù con la piena.....sappiamo tutti che in primo luogo vincere i Play off di D non significa affatto essere promossi in Lega Pro e sopratutto Grosseto Olbia era la SEMIFINALE e non la finale che si disputò tra Olbia e Torres (vinse l'Olbia 1 a 0).
    Ecco queste piccole o grandi menzogne rappresentano bene il personaggio che ricordo risulta inibito e condannato dalla Giustizia Sportiva.
    Qui sotto trascrivo un articolo dello scorso dicembre tratto dalla stampa di Grosseto:


    Pincione, l’sms e i sospetti di un illecito con l’Olbia

    GROSSETO. La scure della giustizia sportiva, in forte ritardo sugli accadimenti, si è abbattuta sul presidente dell’Fc Grosseto Massimiliano Pincione, che ha cumulato in quattro diversi dibattimenti...


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    07 dicembre 2017






    GROSSETO. La scure della giustizia sportiva, in forte ritardo sugli accadimenti, si è abbattuta sul presidente dell’Fc Grosseto Massimiliano Pincione, che ha cumulato in quattro diversi dibattimenti del tribunale federale Figc 27 mesi di inibizione, mentre la società ha superato i 4mila euro di multa e cinque punti di penalizzazione, «da scontarsi nella corrente stagione sportiva», recita la sentenza.

    L’imprenditore italoamericano nella scorsa estate non ha iscritto la squadra al campionato di Eccellenza in corso, dopo che era retrocessa dalla serie D al termine di una stagione paradossale nella quale è successo di tutto: dalla fuga dell’intera rosa di giocatori a dicembre, fino a ben cinque partite non disputate. Senza contare i mancati pagamenti degli stipendi (per un totale di 70mila euro), un tourbillon di cambi di allenatore, la revoca della concessione dello stadio Carlo Zecchini da parte del Comune a febbraio 2017. E si può continuare: le dimissioni di tutti i dirigenti, che avanzavano 50mila euro, le trasferte con il solo allenatore Bruno Federici che accompagnava i giocatori senza effettuare allenamenti.

    Nei dibattimenti sono venute fuori anche notizie inedite, a cominciare dall’ombra di un illecito sportivo nella gara nella gara dei playoff 2015-2016 contro l’Olbia del 22 maggio 2016. Una vittoria avrebbe garantito una posizione di primo piano nella classifica dei ripescaggi per la Lega Pro 2016-2017. Da quell’incredibile ko (arrivato al 13’ della ripresa per una clamorosa papera difensiva) invece s’innescò una serie di conseguenze e di guai che hanno portato alla fine, dopo nemmeno due stagioni, a cominciare dalla frattura insanabile tra la società e i tifosi. Oggi si scopre che su quella gara si sono sollevati sospetti di “combine”.

    La Procura ha deferito la società per responsabilità diretta e ha svolto indagini per accertare «se fosse stato commesso un illecito sportivo, in relazione a quanto segnalato dall’allenatore del Grosseto Nevio Orlandi, al presidente Massimiliano Pincione con un sms del 2 giugno 2016».

    L’imprenditore non si è presentato al dibattimento del 23 novembre per rispondere della violazione dell’articolo 1bis, comma 3 del Codice di giustizia sportiva (non si era a sua volta presentato alla Procura Federale il 21 giugno e del 27 giugno 2017 e non aveva dato giustificazioni). Il 4 dicembre scorso «pertanto il Tribunale federale nazionale, sezione disciplinare, riconosciuta la sussistenza della violazione contestata» gli ha inflitto un’inibizione di tre mesi, mentre la Fc Grosseto è stata multata di 750 euro.

    La condanna sportiva più pesante Pincione l’ha avuta (1 anno di inibizione e 2mila euro di multa) dopo il dibattimento del 26 ottobre 2017. Dalle indagini è venuto fuori anche il debito accumulato dopo nemmeno cinque mesi dalla fondazione, ammontante al 31 dicembre 2015, come ha rilevato la sezione
    disciplinare della Figc, a 800.778 euro, «parzialmente coperto con la rinuncia dei soci al rimborso dei finanziamenti effettuati alla società e con l’impegno dagli stessi assunto di integrare, secondo le rispettive quote di partecipazione, la riserva a copertura delle perdite future».


    Inviterei il Sig.Gariboldi della provincia a contattare i suoi colleghi toscani che pensano ne abbiano delle belle da raccontare su Pincione e c.

    Speriamo di averla scampata definitivamente.

    Giò 53
     
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    DOMANDA ...
    non ho ben capito questa storia del marchio AC PAVIA ... che vale (storicamente) zero, visto che il primo nome della società cittadina nel 1911 era PAVIA F.C. https://it.wikipedia.org/wiki/Football_Clu...Dilettantistica che peraltro è molto più vicino all'attuale. Quindi il valore del marchio-logo-nome del fallito non vedo cosa valga. ZERO :sick:

    Se vogliono fare un'altra società in città la chiamano NEW PAVIA CALCIO o simili e possono farlo come potrei farlo io, mica ci vuole il permesso del Sindaco, che semmai potrebbe solo non concedere il Fortunati. :rolleyes:
     
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    CITAZIONE (team ticinum @ 22/8/2018, 12:11) 
    DOMANDA ...
    non ho ben capito questa storia del marchio AC PAVIA ... che vale (storicamente) zero, visto che il primo nome della società cittadina nel 1911 era PAVIA F.C. https://it.wikipedia.org/wiki/Football_Clu...Dilettantistica che peraltro è molto più vicino all'attuale. Quindi il valore del marchio-logo-nome del fallito non vedo cosa valga. ZERO :sick:

    Se vogliono fare un'altra società in città la chiamano NEW PAVIA CALCIO o simili e possono farlo come potrei farlo io, mica ci vuole il permesso del Sindaco, che semmai potrebbe solo non concedere il Fortunati. :rolleyes:

    sono dei ciarlatani. questo spiega tutto.
     
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  8. Pogo98
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    Resta una domanda : che obiettivo hanno/avevano?
    In attesa del calendario qualcuno azzarda ipotesi?
     
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    Io so per certo che avevano offerto dei soldi all'attuale proprietà,cosa ci volessero poi fare con il Pavia proprio non lo possiamo sapere.
     
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    Incoraggianti le parole della presidentessa su Facebook!
     
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    CITAZIONE (Paviapavia @ 22/8/2018, 22:07) 
    Incoraggianti le parole della presidentessa su Facebook!

    SEI IN DOPPIA LETTURA ??? :D solito disco/appello alla Prof./Rag. & C.: DAM I DANE' :badmood:
     
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    a me è parso un discorso vago, partito inizialmente dall'interesse del pubblico, con successivo auspicio al sostegno di sponsor; la sintesi è che se passa un altro anno con trecento persone allo stadio e un totale disinteresse da eventuali partner economici, lei si farà da parte

    come darle torto? del resto se torniamo al momento della nascita del FC Pavia 1911, avvenuta ad opera del sindaco Depaoli, i soggetti interessati erano il patron dell'Accademia, Panigazzi, e la cordata agglomerata da Londrosi, nella quale la Sig.ra Rasparini era entrata con l'intento di sostenere il settore giovanile, mentre altri soci dovevano dare sostegno economico alla prima squadra. Poi la federazione ha ammesso il nuovo Pavia all'eccellenza, invece che alla serie D e quindi le altre parti si sono dileguate, lasciando il cerino in mano a Maria Cristina. Dal punto di vista finanziario ha già fatto fin troppo, è la Pavia economica che non esiste proprio, non ci sono segni di vita e di interesse.

    la dipartita, in questi giorni, dell'indimenticabile Secondino Calisti non può non farci riflettere: uscita di scena la sua famiglia, il Pavia è passato dalle mani di:
    - commercialisti/piccoli finanzieri milanesi (Zanchi)
    - investitori cinesi (Zhu)
    - benestante piacentina (Rasparini)

    l'unico interesse "concreto" è stato manifestato da un italoamericano (Pincione) e dalla sua compagna araba

    ora, in tutta onestà, se siamo in serie D a vivacchiare è forse colpa della proprietà attuale? è forse giusto dire che la presidentessa attuale non ci dà prospettive incoraggianti? perché, lei è forse incoraggiata da Pavia, intesa come città/ambiente socio-economico, a spendersi ancora per il club?
     
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    Non penso che la discriminante sia il pubblico , ad Inveruno cosa dovrebbero fare ? Anche 7-800 paganti in più ad una media di 8-9 euro lordi comporterebbero cmq una gestione in rosso , l'unica salvezza potrebbe essere un giro di sponsor locali , soci di minoranza che cacciano non li hanno trovati nemmeno Berlusconi e Moratti , figuriamoci se li trovi da noi
     
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    La discrimante non puo' essere il pubblico per quanto riguarda il budget stagione per stagione, ma lo puo' essere per attirare qualche imprenditore amante del calcio. Le piazze calde falliscono , ripartono , hanno periodi di crisi ma si rialzano, perche' bene o male qualcuno poi che investe , vista la storicita' della piazza, la trovano. Pavia e' in serie D come lega, ma ma anche come idea di importanza di piazza. Ricordiamoci solo che Vigevano ha per assurdo una storia migliore della nostra visti i piu' anni di serie B, ed e' tutto dire..
     
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  15. giòrgio 53
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    Dire che Vigevano ha una storia e tradizione calcistica migliore della nostra mi sembra francamente una forzatura, anche se nell'anteguerra ha disputato diversi campionati di B. Se lo diciamo per assurdo ok. Ma la realtà è un altra, perchè se no dovremmo dire che la Pro Belvedere ora Pro Vercelli ha una storia migliore di molte società di A che ora vanno per la maggiore avendo vinto sette scudetti. certo ha una storia migliore in un altro calcio in un'altra epoca.
    Così vale per il Vigevano se lo confrontiamo con il Pavia.
    Non dimentichiamo che negli ultimi ventanni dopo la rinascita con Secondino Calisti il Pavia ha disputato sempre campionati professionistici sino al fallimento con i cinesi. Come nessuna altra squadra della provincia. E questa continuità non è da poco considerando come il sistema calcio è cambiato in questi ultimi dieci anni.
    Prima la quarta serie era la nostra casa, ma dopo abbiamo cominciato a farci un palato diverso.
    Penso che nel futuro prossimo vista la cattiva evoluzione del sistema calcio (sempre più soldi a pochi e sempre meno agli altri...) la posizione geografica dovrebbe avvantaggiarci nello stringere alleanze con club di serie A che non sapendo più dove sbattere i loro finti campioncini potrebbero stringere alleanza con noi e consentirci di ritornare tra i professionisti. (vedi ad esempio l'accordo estivo tra Vis Pesaro e Sampdoria).
    In caso contrario penso che dovremo accontentarci della D o di transitare in mano a loschi individui (sempre alla finestra...) con risultati già sperimentati.

    Giò 53
     
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