Va bé che i Comuni sono disperati...

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    ...ma in Lomellina hanno delle vere teste da ministro! Dopo Vigevano che aveva messo le multe ai mendicanti, ecco l'ultima perla (dalla pp)

    DORNO. Multata perchè si dondolava sull’altalena del parco giochi. I vigili urbani hanno colpito duro. Regolamento comunale alla mano, gli agenti municipali del comune di Dorno hanno applicato alla lettera la normativa prevista dalle normative di “buon comportamento civile” previste anche da un’ordinanza sindacale ed hanno emesso la relativa, pesante ammenda.
    Non si è però trattato di ragazzi motorizzati che scorrazzano per le vie del paese o di automobili che, agli incroci, non osservano le dovute precedenze.
    Si è bensì trattato di una multa “salata”, cento euro, comminata ad una pensionata 56enne, residente a Dorno, responsabile di una infrazione davvero inusuale: la donna è stata infatti sorpresa (pare, per l’ennesima volta) dagli uomini in divisa mentre era seduta e si dondolava, con un bimbo di fronte, sull’altalena (quella a due posti dove una persona fa da contrappeso all’altra) del parco giochi “Sandro Pertini”, l’area verde attigua alla piazza del mercato del paese.
    La polizia locale è stata intransigente contestando alla donna l’infrazione, visto che il regolamento prevede l’uso dei giochi nei parchi comunali di Dorno solo per i bambini con età inferiore ai 12 anni. Lei, che di anni ne ha 56, non ha potuto che protestare garbatamente per poi avanzare le sue scuse («Come potrebbe un bimbo dondolarsi su questa altalena, senza che qualcuno faccia da contrappeso sul sedile opposto?»).
    Irriducibili, i vigili di Dorno hanno colpito duro applicando alla lettera regolamento e la prevista sanzione.
    E’ la prima volta che avviene un episodio del genere a Dorno; ed al comando dei vigili urbani, sotto il porticato del palazzo municipale rispondono: «Del resto non è la prima volta che alla stessa signora facciamo presente l’esistenza del divieto di sedersi e di utilizzare i giochi da parte degli adulti. Finora, di fronte alla sua abitudine abbiamo sempre chiuso un occhio, ma questa volta siamo passato ai fatti».
    Paolo Calvi
     
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    Se la signora mi scrive le faccio vincere il ricorso con anche 4 risate
     
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  3. alma ticinensis
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    Scriva signora, scriva!!!!!!
     
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    Siamo all'assurdità più totale!!!!! mah !!!!!!
     
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  5. lou grant
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    Burocrazia davvero ottusa
     
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    Rosellandia

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    a me quello che lascia basito è il tono con cui la PP ha fornito lo sgub.
    l'aggettivo più ardito usato nell'articolo è stato: "inusuale".
    ma è mai possibile che nessuno sappia più indignarsi per una roba del genere?
     
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    Giusto Santino! tutti i Dornesi ( o come c...o si chiamano) sotto le finestre del sindaco a gridare, SEI UN CRETINO SEI UN CRETINO!!!!!!!
     
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  8. fio_dla_nebia_58
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    la fornero e mariolino direbbero "visto andare in pensione a 56 anni? lo facciamo per voi così non finite anzi tempo al parchino con i nipoti a prendere multe" :lol:
     
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    Dalla pp: Vigevano non smette di dare spettacolo... che tristezza!!!

    Alunni senza pasto, la scuola si ribella per la mensa negata

    VIGEVANO. Parte dalle scuole elementari la rivolta contro l’esclusione di 150 bambini dalle mense, per il mancato pagamento delle rette da parte delle famiglie. Molti insegnanti vivono con disagio la decisione dell’amministrazione leghista, ritenendola discriminatoria e umiliante nei confronti dei bambini. Anche perché il sindaco ha disposto che siano le scuole a organizzare spazi alternativi per gli alunni che mangiano un panino. Quindi, la scelta è del Comune, ma il ruolo dei “cattivi” tocca a maestre e maestri.
    «Insegno da circa 34 anni, per me è inaccettabile che un alunno non possa andare a mensa con i suoi compagni – spiega la maestra Franca Resegotti Borroni, 59 anni, insegnante del III Circolo, che ha scritto una lettera sul caso-mense (pubblicata qui a fianco) –. Oggi mi è stato riferito che due bambini si sono presentati con il panino, e sono stati portati in un’aula a parte. In 34 anni non ho mai visto niente del genere: mi portino le norme che mi obbligano a non accompagnare un alunno a mensa con gli altri». Jole Barettoni, per 30 anni direttrice della scuola Vidari, si dice «molto amareggiata». «Sono tanti – spiega – i bambini che tornano a casa a pranzo perché i genitori, italiani e stranieri, non riescono a pagare la mensa. Alcuni non rientrano al pomeriggio, perché mamme con tre o quattro figli, non possono fare il tragitto casa-scuola a piedi quattro volte al giorno». L’esclusione dei bambini dalla mensa, inoltre, avverte Barettoni «mette a rischio il tempo pieno e, di conseguenza, il posto di lavoro delle maestre».
    Neanche i dirigenti scolastici, sostiene Barettoni, sanno quanti bambini da un giorno all’altro arrivano con il panino a scuola: «L’amministrazione ha messo in piedi un sistema di pagamento che prevede l’anticipo dei soldi per la mensa e ogni giorno chi fornisce i pasti ha una lista di chi è in debito o a credito, e dirama alle scuole gli elenchi dei bambini per cui è stato ordinato il pasto». Pacifico Lavatelli e Caterina Cornalba, dirigenti del I e II Circolo, spiegano: «La scuola ha un organico dimensionato per l’assistenza alla mensa con docenti pagati dallo Stato. Il Comune effettui verifiche sull’Isee, ma la scuola non può accettare una lista di proscrizione e andare dai bambini a dire “tu oggi mangi, tu no”. Quanti bambini portano il panino? «Non so con esattezza – dice Lavatelli – circa una decina nel mio Circolo». E dove mangiano? «In classi diverse da quelle utilizzate per la lezione e con una delle maestre incaricate dell’assistenza al tempo mensa». Ma chi dice al bambino: oggi tu non vai a mangiare con gli altri? «Da noi, gli addetti alla mensa. Non voglio che lo dicano le maestre che poi vanno in classe a parlare di solidarietà – risponde Lavatelli –. Che il Comune chieda i soldi a chi può pagare è corretto, ma la figura del docente non va coinvolta».
     
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    Quando leggo ste cose mi vengono però sempre parecchi dubbi. In ogni Comune con cui ho a che fare ( non Vigevano però...) a inizio anno vengono deliberate le tariffe della mensa. Di norma c'è sempre una fascia di esenzione in base all'ISEE per cui, ribadisco sempre DI NORMA, chi dovrebbe pagare ( a fasce tra l'altro sempre in base all'ISEE) è chi può pagare.
    Che poi le colpe dei padri ricadano sui figli è un'altra questione ma che chi non paghi la mensa è per forza chi non può permetterselo non è sempre vero.
     
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9 replies since 25/7/2012, 12:34   124 views
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