Posts written by ClaudioZuppaiolo

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    eeehhh, ma se avessero avuto Stendardo!!!................ :rolleyes:
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    CITAZIONE (fisarmonicadistradella @ 12/12/2012, 11:01) 
    non ha l'impellenza di svolgere la professione di avvocato».

    certo che ce l'ha, con tutti i processi a venire sul calcio scommesse un avvocato esperto del mondo del calcio serve come il pane. Che ottusi all'atalanta...
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    ancora sugli stadi, non so se qualcuno l'aveva già segnalato, ma dato che era in estate magari ai più è sfuggito...

    Viva il Milan e viva l’Inter, viva l’Atalanta e viva la Sampdoria, viva il Palermo e viva la Salernitana e insomma viva tutti: ma perché costruire uno stadio dovrebbe essere più facile che tirar su una scuola, una caserma dei pompieri o un ospedale? Te lo chiedi leggendo la nuova legge che vorrebbe dare un’accelerata a tutti i nuovi impianti sportivi che abbiano in allegato ipermercati, ristoranti, condomini...

    Legge votata in mezz’ora, grazie a una tregua-lampo nella rissa tra i partiti, da un’ammucchiata mai vista. Tema: possibile che un Parlamento capace di rifiutare la corsia preferenziale alla legge sui bilanci dei partiti mentre si consumava lo scandalo dei rimborsi elettorali gestiti dai tesorieri della Margherita Luigi Lusi e della LegaFrancesco Belsito, non l’abbia invece negata a un provvedimento come questo, approvato fulmineamente in 30 minuti netti dalle 13.55 alle 14.25 di giovedì 12 luglio, in «sede legislativa » da una commissione di 44 deputati, senza passare per l’aula?

    Seconda domanda: perché se n’è occupata la Commissione cultura, scienza e istruzione invece di quelle che hanno a che fare con l’urbanistica o i lavori pubblici? Perché ha competenza sullo sport? Ma «che c’azzecca», per dirla in «dipietrese», con la costruzione di questi trans-stadi- ipermercati-hotel? Ma qui proprio il caso dipietrista pone la terza domanda: come mai, nel bel mezzo di una guerra termonucleare contro tutto e tutti, la stessa Idv s’è associata al coro degli entusiasti della nuova norma? Tutti, l’hanno votata. O quasi: la sola Luisa Capitanio Santolini, a nome dell’Udc, ha votato contro: era delusa che il testo, frutto «del lavoro condiviso», non fosse «meditato e discusso ulteriormente ». Gli altri, tutti insieme appassionatamente.

    Maria Coscia, del Pd, lo ha benedetto come «un provvedimento di grande utilità per il mondo dello sport». Rocco Crimi, il tesoriere del Pdl, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per la vigilanza sul Coni, già consulente farmacologo della Roma Calcio e dell’istituto di Medicina dello sport Coni-Fmsi, ha esultato per gli «importanti miglioramenti » apportati nella seconda lettura alla Camera dopo il passaggio al Senato nell’ormai lontano 2009. Pierfelice Zazzera, vicepresidente della commissione, dipietrista, ha applaudito. E non è mancata, in chiusura, l’aspersione dell’incenso governativo: operazione assegnata al ministro dello Sport Piero Gnudi, speranzoso d’aver dato il via a «un volano per l’economia».

    Le firme in calce alla legge, risultato dell’unificazione di più proposte, sono un arcobaleno. Spiccano su tutti gli azzurri Luigi Grillo e Paolo Barelli, presidente della Federnuoto. Ma anche esponenti del Pd quali l’imprenditore farmaceutico Andrea Marcucci, Mariapia Garavaglia o Anna Maria Serafini, moglie di Fassino. E i leghisti? Hanno preferito non sbilanciarsi in dichiarazioni di voto: metti mai che poi i tifosi padani dell’Albinoleffe o della Solbiatese… Ma il loro okay, alla fine, non lo hanno fatto mancare.

    La lettura del provvedimento è molto istruttiva fin dal titolo: «Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi anche a sostegno della candidatura dell’Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale». Messa così, sembrerebbe il via libera a uno sforzo per costruire nuovi «Maracanà» o nuovi «Santiago Bernabeu ». Insomma: tre o quattro spettacolari strutture in grado di farci fare un figurone planetario. No: per beneficiare della «semplificazione e dell’accelerazione delle procedure amministrative» non serviranno più neppure i limiti previsti dalla versione uscita dal Senato: almeno 10 mila posti a sedere allo scoperto e 7.500 al coperto. Nella nuova stesura ne basteranno rispettivamente 7.500 e 4.000. Col risultato, tremano gli ambientalisti, che la soglia si è abbassata al punto di invogliare alla costruzione di stadi e palazzetti «ibridi», cioè affiancati da ipermercati e hotel e sale gioco e beauty center in deroga ai piani urbanistici, anche nelle cittadine di provincia. Che certo non punteranno mai a ospitare le Olimpiadi o gli Europei.

    Novità: la società sportiva che realizza l’impianto dev’essere riconosciuta dal Coni. Che si va ad aggiungere alla miriade di enti e istituzioni che hanno competenza sulle opere pubbliche. Fin qui, direte, è roba di sport. Vero. Ma tutto fa pensare che la «ciccia», quella vera, non sia negli impianti. Ma in quel comma, il numero 2 dell’articolo 4, più insidioso. Che recita: «Il progetto per la realizzazione di complessi multifunzionali può prevedere ambiti da destinare ad attività residenziali, direzionali, turistico-ricettive e commerciali». Poche parole, ma tali da far sospettare a Legambiente, come si legge nel dossier elaborato con l’Istituto nazionale di Urbanistica e il Consiglio nazionale degli Architetti, che «questo provvedimento non è pensato per le squadre di calcio ma per chi vuole realizzare speculazioni edilizie. Perché altrimenti prevedere che si possano realizzare case e alberghi, centri commerciali e uffici? E senza neanche una scadenza legata a un avvenimento sportivo, per cui varrà per sempre come procedura speciale, permettendo in pochi mesi di rendere edificabili terreni agricoli e persino, con alcune forzature, aree vincolate»!

    Assurdo, accusa il dossier: «Del resto l’unico grande stadio realizzato in Italia in questi anni, lo Juventus Stadium di Torino, non ha avuto bisogno di procedure speciali, né di essere finanziato dalla costruzione di case e alberghi». Qui no, qui «la vera invenzione è nella formula "complessi multifunzionali" definiti come "complesso di opere comprendente ogni altro insediamento edilizio ritenuto necessario e inscindibile purché congruo e proporzionato ai fini del complessivo equilibrio economico e finanziario"».

    Parole così generiche da comprendere e consentire tutto. Le procedure, accusa Legambiente, «sono davvero speciali: si presenta uno studio di fattibilità finanziario e di impatto ambientale, entro 90 giorni la giunta comunale si esprime, convoca una conferenza di servizi per le varianti ai piani vigenti e l’approvazione del progetto da concludersi entro 180 giorni, e poi dopo l’approvazione del consiglio comunale (entro 30 giorni), si può partire con i lavori».

    Evviva la velocità: ma i rischi? Un solo caso tra i tanti ricordati dal dossier: l’area scelta dalla Lazio, 600 ettari e su cui realizzare 2milioni di metri cubi, «si trova intorno al km 9,4 della via Tiberina in area di esondazione del Tevere vincolata dal punto di vista idrogeologico ed archeologico». Un pasticcio. Che spacca anche i partiti. A partire dal Pd. Basti leggere le dichiarazioni di fuoco, dopo il via libera della legge alla Camera (adesso deve tornare in Senato ma stavolta dovrà passare per l’aula) di Ermete Realacci o diRoberto Della Seta e Francesco Ferrante [NB, tutti ex Legambiente, S&B], secondo i quali è «una nuova legge-porcellum. Tagliata su misura sugli appetiti speculativi di pochi presidenti di società di calcio. Gli stadi sono solo un pretesto, la vera intenzione è realizzare grandi volumetrie commerciali, residenziali, direzionali fuori dalle previsioni e dai limiti dei piani regolatori».

    Rispondano anche i tifosi: ne vale la pena?

    Sergio Rizzo e Gianantonio Stella - Corriere della Sera

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    sa fèt sa fo, riportiamo in alto questo, giacché si parla di stadi e di ciò che gli ruota intorno. Della serie, l'importanza di chiamarsi Agnelli...

    da tuttosport, 29 nov. 2012

    TORINO - Dura contestazione dei tifosi del Torino nei confronti dei rappresentanti del Comune intervenuti alla cerimonia di intitolazione di piazzale Grande Torino.Oltre 200 persone, radunatesi nell'area pedonale di corso Sebastopoli, hanno interrotto i discorsi ufficiali del presidente del Consiglio Comunale, Giovanni Maria Ferraris, e dell'assessore allo Sport, Stefano Gallo, al grido di "Vergognatevi, leccapiedi, siete come la Juve, non si svendono le aree pubbliche". Motivo del contendere la concessione alla Juventus dell'area Continassa da pochi giorni accordata al club bianconero. "Vogliamo il Filadelfia, lo aspettiamo da 15 anni", hanno scandito i sostenitori granata che hanno esibito cartelli con scritto "0,58 euro sul campo", contestando il prezzo al metro quadro a cui sono stati ceduti i terreni alla Juventus. L'assessore Gallo ha promesso di consegnare oggi pomeriggio ai rappresentanti del tifo organizzato una copia del bilancio del Comune che reca lo stanziamento di 3,5 milioni di euro per il rifacimento del Filadelfia.

    prima, il 13 nov. 2012...

    TORINO - Il Consiglio di Amministrazione della Juventus, riunitosi ieri allo Juventus Stadium, ha approvato la trimestrale al 30 settembre. Il primo trimestre dell’esercizio 2012/2013 conferma il trend di netto miglioramento dei risultati economici: la perdita, pari a € 11,6 milioni, si è più che dimezzata rispetto a quella di € 26,1 milioni del primo trimestre dell’esercizio 2011/2012; i ricavi, pari a € 54,6 milioni, evidenziano un incremento del 62,1% rispetto al dato di € 33,7 milioni dello stesso periodo dello scorso esercizio; i costi operativi, pari a € 49,3 milioni, seppur in aumento di € 4,3 milioni rispetto al dato del primo trimestre 2011/2012, evidenziano una dinamica di incremento (+9,5% circa) assai più bassa rispetto a quella dei ricavi.

    DETTAGLI Insomma lo stadio continua ad avere un effetto benefico, ma entrando nel dettaglio, il miglioramento deriva principalmente da maggiori ricavi da gare (€ +0,8 milioni), dalla partecipazione alla Champions League (€ +8,1 milioni), da maggiori ricavi da diritti radiotelevisivi e proventi media (€ +8 milioni), da maggiori ricavi da sponsorizzazioni (€ +1,2 milioni) e dall’incremento degli altri ricavi (€ +3 milioni) riferibili in particolare allo sfruttamento dello Stadium anche nei giorni non di gara (Museo, tour, eventi). Tali variazioni positive sono state parzialmente compensate da maggiori costi del personale tesserato (€ -1,9 milioni), da maggiori costi per servizi esterni (€ -0,6 milioni), da maggiori oneri da gestione diritti calciatori (€ -0,8 milioni), da maggiori ammortamenti diritti calciatori (€ -0,5 milioni), da maggiori ammortamenti su altre immobilizzazioni (€ -0,4 milioni), nonché da maggiori oneri finanziari netti (€ -0,6 milioni).

    VIA LIBERA E intanto il Consiglio comunale di Torino ha approvato la delibera sul progetto juventino per l’area della Continassa, dove sorgeranno la nuova sede, il nuovo centro sportivo, più un albergo, una multisala, un centro benessere e degli appartamenti. Su 39 votanti 24 sono stati i sì, 7 i no, 8 gli astenuti.
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    mentre dice che secondo lui è tutta colpa delle nutrie :lol:
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    al di là della leggerezza, del pessimo gusto e di quello che volete, resta il fatto che una cosa è impedire ad un tifoso di andare allo stadio, quindi in teoria limitando la sua piena libertà di disporre del proprio tempo libero, altra cosa invece è impedire di fatto ad un calciatore di fare un qualcosa che potrebbe essere la sua professione nei prossimi anni (uso il condizionale perchè militava nei dilettanti e non in un campionato pro). Fa differenza?
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    che ditta è questa MP, che fa sia imbianchino che elettrauto?? :lol:
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    la torta dei diritti fa gola, ovviamente prima di tutto a quei poveri cristi che devono pagarsi uno stadio di proprietà, indi a coloro che anelano a farselo. Se no come fanno a stare al passo dei più faraonici clubs europei?
    A me che amo il Pavia e la serie C in cui galleggiamo (se va bene), sembra un mondo situato a distanza siderale. E queste cifre non faranno che divaricare la forbice tra chi ha tanto, che avrà sempre più, e chi ha poco o nulla, che avrà sempre meno
    :bandierabianca:
    :bandiera:
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    http://www.gazzetta.it/Calcio/17-10-2012/c...932320729.shtml
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    CITAZIONE (Capo Nebbia @ 22/10/2012, 16:52) 
    Distruggere i cessi e dare del terrone costano uguale!!!
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    probabilmente hanno distrutto i cessi perchè gli era stato dato del terrone, quindi han condiviso le spese... concorso di colpa :lol:
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    temo non sia affatto ironico... e anche se lo fosse non lo capirebbe quasi nessuno!
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    scusate ma, anche se non è che in fondo alla lista dei miei interessi, torno un attimo su Conte
    dal corsera (Sconcerti)

    Conte, dopo Farina è due volte eroe

    Simone Farina, l’ex difensore del Gubbio che denunciò una partita truccata, ha dovuto smettere di giocare a calcio. Nessuna squadra ha offerto lavoro “all’infame”, in puro stile mafioso. Farina ha trovato lavoro come insegnante dei giovani calciatori dell’Aston Villa. Da Gubbio a Birmingham è un bel salto, questo anno di sofferenza si chiude forse per lui con un saldo attivo. Ma è terribile sia stato costretto ad andarsene. La sua esclusione dal branco è stata più grave perfino delle partite vendute. Quelle sono state commesse da disonesti, Farina è stato escluso dai “normali”. E lo hanno escluso tutti.
    Se la legge del branco è questa e noi non riusciamo a cambiare il branco, anzi lo subiamo sempre di più, come si può condannare Conte per omessa denuncia? Come si poteva seramente chiedergli di denunciare tutta la sua squadra? E sopratutto, come si poteva condannarlo a cambiare lavoro? Perchè è chiaro che non l’avrebbe voluto più nessuno. E allora non era ancora allenatore della Juve. Ora è due volte eroe: per aver taciuto e per aver scontato una pena che a questo punto non meritava.

    non so voi, ma non sono d'accordo neanche un po' con la conclusione di Sconcerti.
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    Dalla pp: Vigevano non smette di dare spettacolo... che tristezza!!!

    Alunni senza pasto, la scuola si ribella per la mensa negata

    VIGEVANO. Parte dalle scuole elementari la rivolta contro l’esclusione di 150 bambini dalle mense, per il mancato pagamento delle rette da parte delle famiglie. Molti insegnanti vivono con disagio la decisione dell’amministrazione leghista, ritenendola discriminatoria e umiliante nei confronti dei bambini. Anche perché il sindaco ha disposto che siano le scuole a organizzare spazi alternativi per gli alunni che mangiano un panino. Quindi, la scelta è del Comune, ma il ruolo dei “cattivi” tocca a maestre e maestri.
    «Insegno da circa 34 anni, per me è inaccettabile che un alunno non possa andare a mensa con i suoi compagni – spiega la maestra Franca Resegotti Borroni, 59 anni, insegnante del III Circolo, che ha scritto una lettera sul caso-mense (pubblicata qui a fianco) –. Oggi mi è stato riferito che due bambini si sono presentati con il panino, e sono stati portati in un’aula a parte. In 34 anni non ho mai visto niente del genere: mi portino le norme che mi obbligano a non accompagnare un alunno a mensa con gli altri». Jole Barettoni, per 30 anni direttrice della scuola Vidari, si dice «molto amareggiata». «Sono tanti – spiega – i bambini che tornano a casa a pranzo perché i genitori, italiani e stranieri, non riescono a pagare la mensa. Alcuni non rientrano al pomeriggio, perché mamme con tre o quattro figli, non possono fare il tragitto casa-scuola a piedi quattro volte al giorno». L’esclusione dei bambini dalla mensa, inoltre, avverte Barettoni «mette a rischio il tempo pieno e, di conseguenza, il posto di lavoro delle maestre».
    Neanche i dirigenti scolastici, sostiene Barettoni, sanno quanti bambini da un giorno all’altro arrivano con il panino a scuola: «L’amministrazione ha messo in piedi un sistema di pagamento che prevede l’anticipo dei soldi per la mensa e ogni giorno chi fornisce i pasti ha una lista di chi è in debito o a credito, e dirama alle scuole gli elenchi dei bambini per cui è stato ordinato il pasto». Pacifico Lavatelli e Caterina Cornalba, dirigenti del I e II Circolo, spiegano: «La scuola ha un organico dimensionato per l’assistenza alla mensa con docenti pagati dallo Stato. Il Comune effettui verifiche sull’Isee, ma la scuola non può accettare una lista di proscrizione e andare dai bambini a dire “tu oggi mangi, tu no”. Quanti bambini portano il panino? «Non so con esattezza – dice Lavatelli – circa una decina nel mio Circolo». E dove mangiano? «In classi diverse da quelle utilizzate per la lezione e con una delle maestre incaricate dell’assistenza al tempo mensa». Ma chi dice al bambino: oggi tu non vai a mangiare con gli altri? «Da noi, gli addetti alla mensa. Non voglio che lo dicano le maestre che poi vanno in classe a parlare di solidarietà – risponde Lavatelli –. Che il Comune chieda i soldi a chi può pagare è corretto, ma la figura del docente non va coinvolta».
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    ma invece di comprare un milione di punte non potevano costruire un centrocampo come si deve? siamo sempre lì, se non hai una mediana che sa comandare il gioco il tuo potenziale offensivo si riduce drasticamente
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    Schwingshackl... mi sa che nemmeno lui sa come si pronuncia il suo cognome :)
935 replies since 14/4/2004
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