i problemi di pavia

l'etna, la siccità, il traffico (johnny stecchino)

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    I writer, mamma mia, una piaga sociale

    i ragazzini in piazza che si bevono una birra...brrrr....titoloni della provincia pavese....

    ah si, beh il sindaco di pavia va a cena con il capo della ndrangheta, massì che vuoi che sia

    http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/0...8/?ref=HREC1-12
     
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  3. fio_dla_nebia_58
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    il problema di pavia è che è un satellite di milano.....
     
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    CITAZIONE (fio_dla_nebia_58 @ 5/6/2013, 22:57) 
    il problema di pavia è che è un satellite di milano.....

    cioè importiamo cattive abitudini? per carità, che milano, essendo la capitale economica, sia anche la capitale della ndrangheta è solo ovvio. a meno di credere che i mafiosi girino per la campagne a cavallo taglieggiando i coltivatori di bergamotto.

    ma direi che noi ci battiamo bene da soli, tra la Maugeri dove curano il boss Pelle sotto falso nome, l'oculista che fa certificati falsi per proteggere il boss Setola, di nuovo la Maugeri con le valanghe di milioni rubati, il capo dell'ASL che è anche un boss della ndrangheta

    in questo ambiente non mi sembra strano che il sindaco (candidato sindaco) vada a sentire cosa si dice da un capo dei capi, o che dei consiglieri siano eletti con voto di scambio

    insomma, per essere una cittadina di 70.000 abitanti ci battiamo bene

    con un giornale poi che non da tregua, quando scatena i suoi cronisti su queste notizie...sono dei mastini che non mollano più...

    p.s., una volta i baroni massoni dell'università e del policlinico controllavano la città, adesso devono spartire con la ndrangheta. è un'invasione intollerabile.
     
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    Non si può che essere d'accordo!!! Aggiungerei che tutto è iniziato piano piano con la giunta Veltri.
     
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    le oligarchie sono sempre esistite, c'è chi è portato a starci dentro, chi fuori; il guaio, per chi è fuori, è che anch'egli subisce le decisioni di chi è dentro

    l'aggravante, in Italia (altrove non so), è che l'oligarchia reggente è, nella stragrande maggioranza dei casi, un'ampia associazione a delinquere

    alle eroiche toghe rosse l'arduo compito di mantenere eretto l'ultimo baluardo
     
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    CITAZIONE (Capo Nebbia @ 6/6/2013, 15:38) 
    Non si può che essere d'accordo!!! Aggiungerei che tutto è iniziato piano piano con la giunta Veltri.

    D'accordo Capo.Mio padre,ai tempi, mi teneva informata e..quelle pochissime volte che parlava male di qualcuno, aveva ragione! :)
     
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    CITAZIONE (ClaudioZuppaiolo @ 6/6/2013, 16:22) 
    le oligarchie sono sempre esistite, c'è chi è portato a starci dentro, chi fuori; il guaio, per chi è fuori, è che anch'egli subisce le decisioni di chi è dentro

    l'aggravante, in Italia (altrove non so), è che l'oligarchia reggente è, nella stragrande maggioranza dei casi, un'ampia associazione a delinquere

    alle eroiche toghe rosse l'arduo compito di mantenere eretto l'ultimo baluardo

    esatto, il sistema di potere nel nord europa è rigidissimo e oligarchico, per esempio la mobilità sociale in Inghilterra è quasi nulla.

    da noi è direttamente delinquenziale, il figlio di un anonimo funzionario di banca può diventare il referente al nord della ..... e trovarsi a gestire miliardi nell'edilizia, e da lì poi iniziare la scalata.

    a pavia l'oligarchia massonica che c'è sempre stata è già da un po' di tempo mixata alla mafia

    p.s. scherzavo con le inchieste della pp: sono conoscenti e amici, preferisco che continuino a occuparsi dei writer e della movida, almeno a sera tornano a casa tranquilli
    (tanto in una cittadina le inchieste sono inutili, sappiamo tutti di tutto)
     
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  9. fio_dla_nebia_58
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    CITAZIONE (ClaudioZuppaiolo @ 6/6/2013, 16:22) 
    alle eroiche toghe rosse l'arduo compito di mantenere eretto l'ultimo baluardo

    tu oramai hai rinunciato a tenere ERETTO il tuo baluardo ? :vino:

    CITAZIONE (sandrorossi @ 6/6/2013, 15:18) 
    CITAZIONE (fio_dla_nebia_58 @ 5/6/2013, 22:57) 
    il problema di pavia è che è un satellite di milano.....

    cioè importiamo cattive abitudini?

    diciamo anche che NON importiamo i loro pregi , milano non è solo da bere o da magna magna, è una grande metropoli europea con una mentalità per nulla provinciale
    cmq pavia ha una specificità tutta sua che la rende diversa dagli altri satelliti di milano o dalle altre città di provincia, questo la rende particolarmente appetibile per i traffici loschi della malavita, è un discorso lungo ma ora riprende in tele roma cantù e quindi vi saluto !
     
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    CITAZIONE (fio_dla_nebia_58 @ 6/6/2013, 22:06) 
    CITAZIONE (ClaudioZuppaiolo @ 6/6/2013, 16:22) 
    alle eroiche toghe rosse l'arduo compito di mantenere eretto l'ultimo baluardo

    tu oramai hai rinunciato a tenere ERETTO il tuo baluardo ? :vino:

    no, anzi, ogni mattina si alza prima lui di me :lol:

    CITAZIONE (fio_dla_nebia_58 @ 6/6/2013, 22:06) 
    diciamo anche che NON importiamo i loro pregi , milano non è solo da bere o da magna magna, è una grande metropoli europea con una mentalità per nulla provinciale

    qui non condivido, credo che non sia tanto diverso essere milanese, pavese, monzese, bergamasco. Ovunque c'è tendenza a lavorare, non di rado in proprio. La mentalità imprenditoriale è di chi porta a Milano le sue competenze, sapendo che lì, per motivi storici, sociali, geografici, politici, si è addensato un polo produttivo. Però la cultura d'impresa ce la portano gli imprenditori che da tutta Italia (una volta) e/o da tutto il mondo (ora) ci vanno a stabilire la loro attività

    intendo dire che non è che varcando il limite del comune di Milano mi viene l'idea di mettermi in proprio, è chi vuole mettersi in proprio che valuterà più conveniente, per mille motivi, stabilire la sua attività a Milano piuttosto che a Pavia, per esempio. Il polo tecnologico di cui si parla da anni fatica ancora adesso a decollare a Pavia proprio per questo
     
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    Hai ragione Claudio!In più ti porto la testimonianza di mio padre.Mio papà, che era figlio di un industriale "pavese" ed aveva poi aperto una sua attività in proprio a Pavia rischiando(anni 70-90),si lamentava, essendo nato in Liguria, di come i pavesi fossero poco propensi ad investire sul loro territorio, creando anche opportunità di lavoro, e tendessero a tenere i loro ricchi capitali ben chiusi nei forzieri delle banche.Questo lo irritava moltissimo.io stessa riconosco che sono tremendamente chiusi e pochissimo aperti al nuovo.Una pavese non DOC. :)
     
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  12. fio_dla_nebia_58
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    CITAZIONE (ClaudioZuppaiolo @ 7/6/2013, 10:03) 
    qui non condivido, credo che non sia tanto diverso essere milanese, pavese, monzese, bergamasco. Ovunque c'è tendenza a lavorare, non di rado in proprio. La mentalità imprenditoriale è di chi porta a Milano le sue competenze, sapendo che lì, per motivi storici, sociali, geografici, politici, si è addensato un polo produttivo. Però la cultura d'impresa ce la portano gli imprenditori che da tutta Italia (una volta) e/o da tutto il mondo (ora) ci vanno a stabilire la loro attività

    intendo dire che non è che varcando il limite del comune di Milano mi viene l'idea di mettermi in proprio, è chi vuole mettersi in proprio che valuterà più conveniente, per mille motivi, stabilire la sua attività a Milano piuttosto che a Pavia, per esempio. Il polo tecnologico di cui si parla da anni fatica ancora adesso a decollare a Pavia proprio per questo

    dovresti però chiederti perchè milano è diventata quella .....un piccolo aneddoto che raccontava sempre il pavese gianni brera, ai tempi dei liberi comuni pavia milano e como valevano uguale, ma i milanesi ebbero un'idea geniale : diedero diritto di asilo a tutti quelli disposti a recarsi da loro purche abili al lavoro, senza chiedere ne se erano guelfi o ghibellini ma in compenso dando loro cittadinanza e libertà dalle servitù feudali tipiche del tempo, le città vicine si spopolarono ovviamente pro milano.
    Mentre le altre città chiuse e ripiegate su se stesse finirono in secondo piano e si spopolarono come è ovvio delle energie migliori.
    Ovvio che è un anedotto ma che segnala la differenza di passo delle varie realtà , del resto basta vedere le opere che ci lasciarono le signorie di milano, di nostro non si riesce nemmeno a riqualificare l'idroscalo e ad aprire il nuovo s.matteo ! sarò sfortunato ma di gente che ha avuto l'esperienza di lavorare nelle 2 città ne conosco tanta, e tutti dicono per lavorare meglio milano, per vivere no , ma a me fanno schifo tutte le metropoli

    CITAZIONE (sandrorossi @ 5/6/2013, 18:17) 
    I writer, mamma mia, una piaga sociale

    la pp titola : 250 a casa alla merck, due giorni fa 20 a casa alla bergonzi, come al solito avevamo ragione io e fabietto : l'art. 18 è solo una battaglia per segnare il territorio e far vedere che il sindacato esiste , in pratica l'art. 18 non tutela un cazzo , se vogliono chiudere chiudono
     
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    l'art.18, parlandone da vivo, ora non c'è più nella sostanza, proteggeva dai licenziamenti discriminatori individuali, tipo "fdn fuori dai coglioni perché è di pavia" oppure "fdn fuori dai coglioni perché non è abbastanza leccaculo"
    era molto importante, appunto perché proteggeva da discriminazioni e ricatti. e proprio per questo è stata tolta.
    non era previsto e non è mai stata prevista una garanzia per i licenziamenti collettivi. basta che l'azienda dica "non andiamo bene" oppure "da domani produciamo altro" e può fare quel cazzo che vuole, licenziarne quanti vuole, dare una buonuscita sta solo al suo buoncuore. è stato sempre così.
     
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    CITAZIONE (sandrorossi @ 7/6/2013, 15:07) 
    l'art.18, parlandone da vivo, ora non c'è più nella sostanza, proteggeva dai licenziamenti discriminatori individuali, tipo "fdn fuori dai coglioni perché è di pavia" oppure "fdn fuori dai coglioni perché non è abbastanza leccaculo"
    era molto importante, appunto perché proteggeva da discriminazioni e ricatti. e proprio per questo è stata tolta.
    non era previsto e non è mai stata prevista una garanzia per i licenziamenti collettivi. basta che l'azienda dica "non andiamo bene" oppure "da domani produciamo altro" e può fare quel cazzo che vuole, licenziarne quanti vuole, dare una buonuscita sta solo al suo buoncuore. è stato sempre così.

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    sandrorossi
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    l'art.18, parlandone da vivo, ora non c'è più nella sostanza, proteggeva dai licenziamenti discriminatori individuali, tipo "fdn fuori dai coglioni perché è di pavia" oppure "fdn fuori dai coglioni perché non è abbastanza leccaculo"
    era molto importante, appunto perché proteggeva da discriminazioni e ricatti. e proprio per questo è stata tolta.
    non era previsto e non è mai stata prevista una garanzia per i licenziamenti collettivi. basta che l'azienda dica "non andiamo bene" oppure "da domani produciamo altro" e può fare quel cazzo che vuole, licenziarne quanti vuole, dare una buonuscita sta solo al suo buoncuore. è stato sempre così.
    ][/QUOTE]
    Quoto in toto, è proprio come dici tu Sandro.
     
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