L'area Neca nelle mani di Fuksas

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    L'area Neca nelle mani di Fuksas

    PAVIA. Sarà l'architetto Massimiliano Fuksas a ridisegnare l'area ex Neca. Toccherà a lui far rivivere un'ampia porzione di Pavia (circa 80mila metri quadrati) che da molti anni ormai, dopo essere stata occupata da una grande fonderia che dava lavoro a centinaia di operai, è rimasta inoperosa, abbandonata e, alla fine, degradata. Una scommessa per l'architetto di fama mondiale, ma prima di tutto per la città e per la Fondazione Banca del Monte (Bre) che ne è proprietaria attraverso la società Isan e per il suo presidente Aldo Poli.

    In attesa di vedere quali saranno le soluzioni proposte da Fuksas il piano di intervento integrato sull'intera area - realizzato da Ati Sistema sviluppo Fiera - è stato presentato al Comune per l'approvazione. E' visibilmente soddisfatto Aldo Poli. Ora gli sembra più vicino il sogno di offrire a Pavia un'occasione che potrebbe far da volano a un sempre desiderato rilancio. Fuksas avrà libertà di creare e di mettere la sua impronta sull'intera area e in particolare sull'albergo di 11 piani, quattro stelle, con 200 stanze e sulla torre dentro la quale ci saranno appartamenti di edilizia convenzionata da destinare in parte ai parenti dei ricoverati negli ospedali cittadini e a medici e ricercatori ospiti. Una indicazione però Fuksas l'ha ricevuta dal presidente Poli e dagli amministratori della Isan, Andrea Astolfi e Ferdinando Crovace. «Il desiderio - dicono - è quello un vero quartiere che possa avere vita nell'intero arco della giornata, ma anche oltre il calar del sole. Che si popoli di gente che ci abita, che ci lavora e che va a cercare verde, cultura, divertimento». Come? Nel piano di intervento ci sono già le linee essenziali dell'intero complesso che già nei numeri mostra tutte le ambizioni che ha. Duecento milioni di euro sarà il costo dell'intera operazione. Trenta sono già stati spesi tra acquisizione in sede di asta giudiziaria dopo il fallimento Neca, demolizioni e primi lavori di bonifica del terreno. Sull'area di 80mila metri quadrati soltanto 30mila circa saranno alla fine occupati da edifici che si svilupperanno su una superficie utile di 50mila metri quadrati. Quando l'opera sarà completata («puntiamo a fare tutto in quattro-cinque anni al massimo», spiega Aldo Poli) l'intera zona «lieviterà» dolcemente fino all'altezza della rotonda dei Longobardi. Proprio lì sarà uno degli ingressi, il principale, all'intero complesso. L'altro accesso sarà da via Brichetti su cui affaccerà l'edificio destinato a servizi e uffici. Ecco poi il palazzo esposizioni con un centro congressi fino a mille posti.



    Partirà da lì una passerella pedonale panoramica che, sorvolando la ferrovia, consentirà di raggiungere piazza Dante. Ci saranno quindi l'albergo, la torre con gli alloggi a prezzi più popolari e la parte residenziale di pregio con 200 appartamenti. «Vogliamo che tutta la zona sia molto verde, saranno piantati almeno mille alberi» è un'altra indicazione dei committenti. Le auto dei residenti e di coloro che accederanno all'area troveranno spazio nei seminterrati (750 i posteggi pubblici). La piazza sarà il punto centrale e un- 'ampia porzione - anche questa seminterrata - sarà destinata a strutture per il fitness e il benessere. Punto di riferimento per musei, mostre e spazio di incontri dovrà diventare l'ex riseria che verrà ristrutturata. Servirà un massiccio intervento proprio per la creazione dei nuovi livelli dell'area che dalla sommità della rotonda del Policlinico dovrà degradare verso via Brichetti. E' in questa fase che verrà anche terminata la bonifica del terreno sotto la sovrintendenza dell'Arpa regionale con cui sarà valutata la necessità di scendere più o meno in profondità prima di gettare le fondamenta dei nuovi edifici (l'operazione potrà costare in quella fase dai 4 agli 8 milioni di euro). Chi costruirà la piccola cittadella ex Neca? Probabilmente toccherà a un grande costruttore non pavese. «L'impegno però - precisa Aldo Poli - sarà quello di far lavorare il più possibile tecnici e maestranze locali». Ora però tocca al Comune esprimersi. Dopodiché in meno di due mesi arriverà il progetto definitivo con la firma di Fuksas.




    PAVIA. «Non sarò un marchio da appiccicare su una speculazione, voglio recuperare l'area Neca pensando a chi la vivrà. Il mio lavoro comincerà dal paesaggio in cui inserire gli edifici e non dagli edifici in sè». L'architetto Massimiliano Fuksas verrà a Pavia a settembre per studiare da vicino quei 80mila metri quadrati degradati, ma ha già un'idea di cosa fare dell'ex Neca, l'area di cui è proprietaria la Fondazione Banca del Monte. Raggiunto al telefono nel suo studio di Pantelleria, il progettista 64enne parla di Pavia e del progetto per cui il presidente Aldo Poli lo ha contattato: «Le aree dismesse hanno un grande potenziale, ma la Lombardia non ha progetto organico per il loro recupero — spiega Fuksas —. Nel caso della Fiera di Rho-Pero abbiamo fatto rivivere un'area che prima era solo una fonte di inquinamento.

    Pavia mi ha chiesto di trasformare l'area ex Neca in un quartiere vivibile e di qualità. A inizio ottobre presenteremo una prima traccia di lavoro». Architetto Fuksas, qual è la filosofia del progetto per il recupero dell'ex Neca? «Io non parto mai dagli edifici, ragiono sul paesaggio in cui dovranno sorgere per creare spazi dove le persone possano vivere al meglio». Perché invece molte città del Nord stanno diventando una colata di cemento? «I piano regolatori dei Comuni si sono occupati di dove costruire, ma quasi mai della qualità degli interventi, che invece conta quanto la quantità. Non è pensabile continuare a costruire come negli anni Settanta, invece succede. Prendete gli impianti fotovoltaici, non saranno la soluzione di tutti i problemi di inquinamento, ma servono». Di chi è la colpa? «Tre sono le figure coinvolte in ogni costruzione. Il primo è il committente, che deve desiderare di innovare e lasciare un segno del proprio passaggio.

    Poi ci sono il costruttore e l'architetto, che può anche sbagliare, ma in media è molto più generoso dei politici perché ha ancora voglia di migliorare la vita di chi si occupa». Vuole dire che lo scempio delle città è colpa soprattutto della politica? «La Lombardia è una delle regioni più ricche del mondo e dovrebbe avere i fondi per recuperare le tante aree dismesse che ha, invece succede di rado. Se la politica avesse anticipato il problema ora le aree dismesse sarebbero una risorsa, invece siamo in ritardo di anni». Quanti anni? «Almeno dagli anni Settanta, da quando cioè lo Stato ha perso la capacità di rinnovare il Paese. Un esempio? Allora si pensava che mettendo vincoli ai Prg avremmo ottenuto anche la qualità, invece le leggi non sono bastate. Le costruzioni migliori risalgono ancora agli anni Trenta, perché fatte per restare». E delle costruzioni degli ultimi 30 anni cosa dice? «Che sono esempi di consumismo immobiliare. Si costruisce pensando a quanto la gente può spendere e non a quanto un edificio durerà con la conseguenza che sono case che "butti" dopo 20 anni». Qual è la soluzione? «Prima si diceva che era colpa della società, poi della fine dei valori, adesso dell'incapacità dei partiti, nel frattempo ogni italiano ha continuato a farsi gli affari propri e nulla è migliorato. Ognuno deve cominciare a sentirsi responsabile di quel che fa». La prima cosa da fare? «Costruire tre milioni di appartamenti da affittare. A Messina ci sono migliaia di persone che vivono ancora nelle case terremotate del 1908. Lì con 600 case si sarebbe già risolto il problema».

     
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  2. fiò_dla_nebia
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    fuskas come architetto è bravo, speriamo
     
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  3. fabiettozuppaiolo
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    meglio Fuffas ;)
     
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  4. Hank della Bassa
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    quanto scommettete che metteranno su un comitato "NO al recupero dell'area neca", che romperà le balle ovviamente DOPO che il progetto sarà stato definitivamente approvato, e che alla fine, dopo 15 anni di parole (perchè come al solito il comitato verrà sfruttato da chi ha interessi economici) si farà una vaccata senza nè capo nè coda?
     
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  5. lou grant
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    CITAZIONE (Hank della Bassa @ 10/9/2008, 16:14)
    quanto scommettete che metteranno su un comitato "NO al recupero dell'area neca",

    Non vedo davvero che argomentazioni potrebbero portare...
     
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  6. Hank della Bassa
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    CITAZIONE (lou grant @ 10/9/2008, 16:48)
    CITAZIONE (Hank della Bassa @ 10/9/2008, 16:14)
    quanto scommettete che metteranno su un comitato "NO al recupero dell'area neca",

    Non vedo davvero che argomentazioni potrebbero portare...

    nessuna motivazione logica, ma tempo al tempo.... son film già visti
     
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    CITAZIONE (Hank della Bassa @ 10/9/2008, 16:14)
    quanto scommettete che metteranno su un comitato "NO al recupero dell'area neca", che romperà le balle

    se c'è gente che ha tempo da impegnare, c'è una Broni-Mortara da osteggiare. Molto, molto seriamente

    fuksas o altri, quella lì è un'area inguardabile, lasciarla come ora, cioè un cumulo di macerie, non ha alcun senso, da come è stato sommariamente tratteggiato sembra un buon progetto; io ho quasi sempre votato verde, ma non mi ritrovo nei panni dell'ambientalista integralista
     
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  8. philosophe
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    VENERDÌ, 16 OTTOBRE 2009

    Pagina 13 - cronaca

    Fuksas: «Ex Neca, ecco il progetto»

    «Sarà un piccolo Central Park». Caltagirone: «Faremo lavorare i pavesi»



    PAVIA CHE CAMBIA Ieri la presentazione in giunta comunale Previsti palacongressi, hotel, residenze e verde

    FABRIZIO MERLI

    PAVIA. «Una sorta di piccolo Central Park». L’architetto Massimiliano Fuksas evoca il polmone verde di New York per presentare il nuovo volto della ex Neca. Costo: 170 milioni. Tempo: 40 mesi. Costruttore: Francesco Bellavista Caltagirone del gruppo “Acqua marcia”.
    Ieri mattina i protagonisti dell’operazione-Neca sono stati ricevuti a palazzo Mezzabarba. Aldo Poli, presidente della fondazione Banca del Monte (proprietaria dell’area), l’archistar Fuksas e il costruttore Caltagirone hanno illustrato a sindaco e giunta l’opera. Poi, conferenza stampa e subito una garanzia: «Faremo lavorare maestranze locali», ha detto Caltagirone. Insomma, un pezzo di Pavia destinato presto a rivivere grazie al lavoro dei pavesi. Sugli 80.066 metri quadrati di quella che fu una fonderia, Massimiliano Fuksas è intervenuto con la mano del medico più che dell’architetto. Per “ricucire” un pezzo di città lacerato dalla ferrovia. «L’architettura è lo spazio per l’uomo - ha detto il professionista - e quello che ho pensato non sarà un quartiere a sè, ma una zona che vivrà insieme alla città».
    Ma cosa vedranno i pavesi una volta che ruspe, gru e operai avranno terminato la loro opera? Immaginando l’area come una specie di isola tra viale Trieste e il corso del Navigliaccio, con le estremità nel rondò dei Longobardi e nel blocco della stazione ferroviaria, gli edifici con funzioni pubbliche verranno collocati verso via Robecchi Brichetti, con il centro congressuale e un hotel da 12 piani. Le palazzine destinate a residenza saranno sul versante che scende verso il Navigliaccio, ma saranno separate dal corso d’acqua da un bosco realizzato con essenze locali, come tiglio, ligustro e siepi di biancospino. Al verde sono dedicati 50.000 degli 80.000 metri quadrati dell’area. Più avanti, verso la rotonda dei Longobardi, verrà recuperata l’ex riseria, unico edificio sopravvissuto. «Pensiamo di collocarvi una piccola centrale idroelettrica», ha precisato l’architetto Fuksas. Davanti ad essa vi sarà una piazza. Infine, il declivio che salirà alla rotonda sarà caratterizzato dalla presenza di una vigna. La linea ferroviaria continuerà ad attraversare l’area in senso longitudinale, ma sarà “incassata” tra due argini («simili a quelli dei fiumi») che serviranno a contenere il rumore entro livelli accettabili. Vi saranno, poi, due collegamenti con la porzione della città più a est. Una passerella pedonale scavalcherà la ferrovia e raggiungerà via Filzi. Un ponte con “belvedere”, più a nord, si librerà a 15 metri dal suolo, sempre tagliando la linea ferroviaria. «Servirà a ripristinare la rottura operata dalla ferrovia», ha chiarito il progettista. Vi troveranno posto chioschi e altri spazi verdi. Proprio sul verde («oltre cinque ettari»), l’architetto di origini lituane ha puntato molto. I palazzi per uso residenziale, ad esempio, si affacceranno su uno spazio modellato come Central Park. Naturalmente, anche a est verranno realizzati dei ponticelli che consentiranno di scavalcare il Navigliaccio e raggiungere la zona del Ponte di Pietra. La viabilità sarà discreta, con accessi dalla rotatoria e da via Brichetti. Il prolungamento del raccordo autostradale di Bereguardo non viene più considerato una priorità dalla fondazione Banca del Monte. Sono previsti 38.000 metri quadrati di parcheggi interrati su due livelli. Nelle vie, dunque, pochissime auto in sosta. Un’isola di verde e di acqua corrente. «Si parte sempre dal paesaggio per realizzare un progetto», ha concluso Massimiliano Fuksas.
     
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    fuma una roba semplice, am racumandi.
     
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  10. lou grant
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    Beh, Fuksas è un bel nome: vale la pena di aspettare con fiducia.
     
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    Se si manterranno le aspettative avrò un posto nuovo per andare a correre!!! :D
     
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  12. Oriolu de Zamaglia
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    Però ci devi arrivare di corsa da San Martino o niente... e poi tornare.
     
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    Beh, mi pare che ci siano buone premesse, in particolare se consideriamo l'attenzione alle zone verdi. Sconsiglio chiunque dal mangiare l'uva che crescerà nella vigna di Fuksas, dato il suolo inquinato su cui crescerà; l'è lì par belèssa, comunque è un bel tributo all'oltrepo.
    Mi stonano 2 cose:

    il fabbricato a 12 piani, avrei preferito una roba più discreta;

    la ferrovia non ha operato alcuna rottura, è la città che si è sviluppata oltre il chemin-de-fer, se proprio non volevano rotture facevano le cose in grande e coprivano la ferrovia con un giardino pensile...

    però dovrebbe uscirne bene, buon lavoro!

    CITAZIONE (philosophe @ 16/10/2009, 09:11)
    subito una garanzia: «Faremo lavorare maestranze locali», ha detto Caltagirone.

    Max, abbiamo trovato un impiego per il magutt!!! :woot:
     
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    CITAZIONE (Oriolu de Zamaglia @ 16/10/2009, 10:23)
    Però ci devi arrivare di corsa da San Martino o niente... e poi tornare.

    Di lì già ci passo di corsa spesso e volentieri: da San Martino arrivo fino allo stadio, poi torno indietro da viale brambilla e proseguo sul rondò... Passando proprio sopra all'area Neca... Ed è veramente un totale smog e uno scempio deprimente guardare com'è messa attualmente quella zona...
     
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  15. fabiettozuppaiolo
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    prefersico Fuffas... (pure il mio avatar) :lol:
     
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