Posts written by fisarmonicadistradella

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    Proprio l'anno in cui in C2 ne retrocederanno 9...
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    Voghera primo in classifica...purtroppo Scarnecchia è stato scoperto troppo in fretta!
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    Case sul campo da calcio degli Aquilotti
    Nuovo centro sportivo più all’interno. Il Pd: «Saranno cementificati 370mila metri quadri in tutta la città, troppi»
    pgt case campo aquilotti



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    di Marianna Bruschi

    PAVIA. Case sul campo da calcio degli Aquilotti, in Borgo. Una concessione al privato, legata alla costruzione di un nuovo centro sportivo. Pagina 41 del piano delle regole del Pgt: previste abitazioni non più alte di 4 piani, 4450 metri quadrati di superficie lorda di pavimentazione: ovvero nuovo terreno occupato dal cemento. Case che si potranno costruire solo se sarà realizzato un campo da calcio regolamentare con spogliatoi, servizi e parcheggio, e un campetto da allenamento a sette.

    Dato che ogni volta che esce il Gravellone il campo degli Aquilotti è sottoacqua immagino che la piscina non sia prevista in questi appartamenti! Ma sbaglierò io...che sono contro il progresso!
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    no comment.
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    Ma lui c'è andato almeno?
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    Grigi, rischio fallimento? Dopo le dimissioni di Pavignano rinviata la conferenza stampa di oggi

    27/11/2012

    ALESSANDRIA
    Nel prendere atto delle dimissioni di Maurizio Pavignano, l'US Alessandria calcio comunica che il Consiglio di Amministrazione si riunirà nei prossimi giorni per nominare il nuovo Presidente. La conferenza stampa di oggi, prevista per le 18,30, è pertanto rinviata. Lo ha fatto sapere l'ufficio stampa dell'Alessandria Calcio.


    Strano che fallisca l'Alessandria!!
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    Articolo aberrante. Invece di stigmatizzare un atteggiamento idiota se la prendono col ragazzo..


    Avellino, scandalo su Facebook: Fella ha la maglia della Salernitana
    27.11.2012 12:45 di Alessio LAMANNA articolo letto 194 volte
    © foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com

    Si chiama Giuseppe Fella ed è ancora un ragazzino. Da qualche mese la sua società di appartenenza, l’Avellino, l’ha promosso nel giro della prima squadra. Peccato che il novello calciatore domenica si sia recato allo stadio Arechi di Salerno a vedere Salernitana-Fondi e si sia anche fatto immortalare con una maglia granata. Nell’epoca dei social network e dell’immediatezza della notizia, è un errore che può risultare fatale. La notizia è stata riportata dal sito www.calciomercato.napoli.it.

    La foto, infatti, sta circolando su Facebook, tra la rabbia dei sostenitori avellinesi, che hanno una storica rivalità con quelli salernitani. Appena una settimana fa il giovane attaccante, chiaramente originario di Salerno, stava addirittura per fare il suo esordio in Lega Pro. Appuntamento rimandato solo per l’infortunio di un calciatore all’ultimo momento. E forse rimandato per sempre, a questo punto.

    I tifosi di fede biancoverde, oltre a commentare la foto prendendosela con il ragazzo, lo hanno letteralmente tempestato di messaggi privati. Qualcuno, infatti, avendolo tra i suoi contatti di Facebook, non ha potuto non vedere l’immagine condivisa, in cui il giovane calciatore è stato taggato. Non solo allo stadio, mentre gioca la “sua” Salernitana, ma anche indossando una maglietta. Chiaramente ognuno è libero di tifare la squadra che meglio crede, ma il buon senso richiederebbe che, in casi come questo in cui lavoro e fede calcistica si scontrano, si usasse un po' più di accortezza, facendo in modo che fotografie simili non vengano scattate o che almeno non vengano rese pubbliche. Saranno anche "solo" rivalità campanilistiche, ma essendo questioni che stanno molto a cuore alla tifoseria ogni tesserato ha il dovere di rispettarle.

    E non è neanche la prima volta che i tifosi irpini si trovano alle prese con episodi simili. Giusto lo scorso anno un altro salernitano, anche lui attaccante (tale Apicella), mostrò addirittura una maglia degli ultrà granata dopo aver realizzato un gol con la casacca della formazione Allievi biancoverde. Venne giù il finimondo, con il calciatore che finì fuori squadra e, in pratica, terminò la sua avventura ad Avellino. Sarà così anche per Fella, silurato a furor di popolo?

    da tuttolegapro
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    Ogni pavese avrebbe sul conto in banca un gruzzoletto di circa 17mila euro. E i pensionati possono contare in media su un assegno di circa 800 euro ogni mese contro i 476 dei loro coetanei di Catanzaro e i 514 di quelli di Isernia. Ma poi si spendono più di 1200 euro all’anno in pc, elettrodomestici, auto e arredamento. Un benessere apparente che porta la provincia di Pavia a galleggiare a metà classifica - 64° su 107 province italiane - nell’inchiesta sulla qualità della vita elaborata dal centro studi de “Il Sole 24 Ore”, alla pari di vicini di casa come Piacenza, Alessandria e Vercelli. Sale di qualche posizione rispetto all’anno precedente quando in vetta c’era Bologna, costretta stavolta a lasciare lo scettro a Bolzano. Fanalino di coda Taranto, reduce da un anno particolarmente travagliato. Tenore di vita. L’inflazione che non morde tanto quanto fa a Lodi, Parma o Roma, Il pil pro capite è di 24.417 euro. Si vive bene, racconta la classifica, ma qualche voce stona nel coro. Si scopre ad esempio che comprare casa è molto più faticoso che ad Alessandria, Vercelli o Cremona. Il divario con Caltanisetta è poi di quasi 1500 euro sul costo al metroquadro di una casa semicentrale (2450 euro il parametro pavese). Colpisce anche che i pavesi, quanto a consumi privati (auto, pc, mobili, elettrodomestici), siano al 9° posto in Italia. Tra i più spendaccioni dopo Aosta, Trento, Prato, le piemontesi Alessandria e Biella e le toscane Pisa e Lucca. Un pavese spende in media per questi generi di consumo 1231 euro all’anno, mentre un abitante di Napoli ne spende 610 e uno di Venezia 1040. Sicurezza. Resta il nervo scoperto del pavese ormai da alcuni anni. Anche nel 2011 siamo sul podio, sul terzo gradino, per numero di appartamenti svaligiati, preceduti solo da Pisa e Lucca. E siamo messi maluccio anche per quanto concerne la microcriminalità (scipi, borseggi, rapine): 82° su 107. Il primato negativo spetta a Genova. Pavia scivola invece in basso alla classifica per numero di truffe, frodi ed estorsioni. Affari e lavoro. Spulciando gli indicatori utilizzati dai ricercatori del Sole 24 Ore la provincia non sembra brillare per spirito di iniziativa: 81° per numero di imprese registrate (una media di 9 ogni 100 abitanti). Una molto moderata propensione a investire rispetto alle vicine Cremona e Milano. Una discreta incidenza di prestiti non onorati (siamo al 58° posto mentre Lodi è più virtuosa, solo al 10°). Non mancano tuttavia segnali positivi: l’export ci piazza a metà classifica e poi un 23° posto per numero di imprenditori giovani (tra i 18 e i 29 anni). Ma soprattutto siamo solo 19° per tasso di disoccupazione: il 5% non ha un lavoro. A Bolzano i disoccupati sono poco più del 3% e a Napoli sfiorano il 18%. Tempo libero. La Provincia precipita al 105° posto per appeal turistico, seguita da Avellino e Benevento. «Un dato sorprendente» concordano gli assessori Manuela Marchiafava (Provincia) e Gianmarco Centinaio (Comune di Pavia). «Se il parametro usato è il numero di presenze per abitante è riduttivo. I dati elaborati dalla Regione raccontano una realtà diversa. Un dato per tutti: 40mila visitatori alla mostra di Renoir».
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    ha fatto bene. La prossima volta il doppio passo lo fa a casa sua
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    Qui finisce che la Voghe torna in C davvero quest'anno!! E con le 9 retrocessioni dalla C2 alla D torna giù l'anno prossimo! ahahaahah
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    cmq siamo alla follia...altro che Sallusti...
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    L'ALCHIMISTA
    E se Arcidiacono si fosse chiamato Buffon (con il suo boia chi molla) ?

    Tra le strade di Cosenza molti parlano di Arcidiacono, detto Biccio. Diventato ben presto l’idolo di una curva che apre le porte del suo cuore ai giocatori come lui. Estroso, divertente, ironico, sorridente spesso sopra le righe (nell'ultima occasione fin troppo!). Ecco l’identikit di questo giovane siciliano giunto in riva al Crati nella scorsa stagione e che con irrisoria facilità, ha rapito l’anima di una città affamata di calcio e fantasia. Arcidiacono, ribattezzato simpaticamente Biccio, ha fatto parlare molto di lui anche a livello nazionale. Soprattutto da sabato quando, immediatamente dopo l’ennesima perla timbrata per i colori rossoblù, ha sfoggiato la maglietta “Speziale innocente”. Con la scritta il giocatore ha espresso solidarietà all'ultras del Catania, condannato in via definitiva per omicidio preterintenzionale per la morte dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti in occasione del derby col Palermo.

    Diverse sono state le reazioni al gesto. Furente quelle da parte delle organizzazioni sindacali di polizia. Determinata quella della società con la sospensione del tesserato. Ieri Il questore di Catanzaro Guido Marino ha emesso un Daspo che impone tre anni lontano dagli stadi per l’attaccante del Cosenza. Una scelta forte, dura che mi ha spinto a riflettere profondamente su quello che è accaduto. Parliamo di DASPO. Il Daspo (da D.A.SPO. acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) è una misura introdotta con la legge 13 dicembre 1989 n. 401, al fine di contrastare il crescente fenomeno della violenza negli stadi di calcio. Il Daspo vieta al soggetto ritenuto pericoloso di poter accedere in luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive. Il provvedimento viene emesso dal questore e la sua durata può andare da uno a cinque anni, in base alle modifiche del cosiddetto Decreto Amato varato nel febbraio 2007 dopo gli scontri di Catania che hanno causato proprio la morte dell'Ispettore di Polizia Filippo Raciti. Pietro Arcidiacono, causa la sua t-shirt mostrata alle telecamere, per 3 anni non potrà giocare perché impossibilitato a entrare in un impianto sportivo.



    Partendo dal presupposto che il gesto di Acidiacono rappresenti una leggerezza inammissibile, meritevole di sanzione, mi sembra decisamente esagerato e amplificato emettere un DASPO per quello che è accaduto. Plausibile la reazione della vedova Raciti, la signora Maria Grasso, la quale con veemenza, ha etichettato come stupido e presuntuoso l’atleta, ma ritengo che vada fatta una valutazione più lucida e attenta di quello che è successo sabato.


    Dispiace molto che questa situazione veda coinvolto un ragazzo come Arcidiacono. Ribadisco autore di un'entrata a piedi uniti sulla sensibilità di molti. Ma Biccio è quel ragazzo che si vede teneramente incrociare gli occhi del padre, abbracciandolo alla fine di una partita. Che si commuove per il fratellino più piccolo dopo un goal. Biccio è quel ragazzo che pur mostrando doti calcistiche superiore ad un campionato nazionale dilettanti non è mai stato calamitato dal vile denaro. Perché legato in maniera viscerale ad una maglia, ad una città. Che ha sentito subito sua. Perchè strettamente legato a dei valori che nei salotti calcistici prendono polvere. Perché molto più forte e sentimentale è stato per lui in questi anni, un coro della curva che una porsche parcheggiata vicino lo stadio. Biccio è quel ragazzo che passeggia in città dispensando sorrisi ai più piccoli. Ai tifosi. Biccio mi dispiace ma non è un criminale. Ha sbagliato, ammettendo immediatamente il gesto goliardico. Ovviamente duro da digerire per vedova, colleghi e amici del povero Raciti. Ma Biccio ha solo 24 anni. E a quell'età spesso si sorvola sulle dure conseguenze di alcune azioni.


    Non è giusto che una tale nefandezza, per quanto grave sia, gli costi una fetta di vita e carriera. Ha espresso in maniera bislacca la vicinanza ad un amico, cresciuto con lui in un quartiere di Catania. Quel pennarello, utilizzato in maniera molto elementare, non può essere un sinonimo di DASPO.


    Mi ricollego al titolo: molti ricordano quando Gigi Buffon indossò sulla maglietta un numero. Sulla schiena del portiere juventino, infatti, spiccava il numero «88»: l’estremo difensore diceva di non sapere di aver scelto il numero che nella simbologia neonazista rappresenta il saluto «Heil Hitler». Sempre Buffon in un' altra circostanza, aggiunse a penna sulla maglietta «Boia chi molla», ancora una volta ignaro del fatto che fosse lo slogan dei fascisti nella gazzarra di Reggio Calabria del 1970. I gesti del portiere vennero archiviati come atti goliardici e fin troppo leggeri. Dettati inoltre dal fatto di non aver<studiato la storia>.


    Io non giustifico assolutamente la baggianata commessa dal siciliano.Ecco io ritengo che Arcidiacono abbia indossato quella maglietta non per infangare la memoria di Raciti, ma semplicemente per esprimere un suo parere e la sua solidarietà ad un amico. Senza ponderare quello che avrebbe potuto scatenare. Arcidiacono non è un recidivo e il DASPO lo disegna come un violento. I calci, i pugni in campo, gli sputi, le bestemmie rientrano tutte in quello che è lo spettacolo. Perchè fanno spettacolo e audience. Riflettiamo tutti sul gesto. Si grave, ma non da meritare tanta severità.


    Francesco Misuraca
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    Non che io sia un giurista...ma quale cazzo di reato avrebbe commesso sto Arcidiacono???
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    solo Bossalini a Broni! ahahhahh
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    Magari a qualcuno servono anche queste!
2346 replies since 16/8/2004
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