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Busto Arsizio - Il destino della Pro Patria si decide in cinque giorni ma, se tutto va come deve, potrebbe avere la propria svolta decisiva proprio oggi mercoledì 25. Da giorni ormai la cordata composta dal patron del Vigevano Paolo Pugliese e dall'imprenditore corbettese Fabio Valentini conferma che siamo alla fumata decisiva... Che sia nera o bianca a questo punto dipende solo da Pietro Vavassori: il patron della Pro Patria sta attendendo pazientemente che i possibili acquirenti del club presentino la documentazione necessaria per garantire la fideiussione, primo passo necessario per assicurare un futuro ai tigrotti. Lunedì è il giorno del giudizio, nel senso che il 30 giugno scade il termine per la presentazione di una prima tranche di garanzie economiche, una quarantina di migliaia di euro che accompagnino come un'assicurazione sulla vita il modulo di iscrizione al prossimo campionato di Prima Divisione. Senza quei soldi scatta un punto di penalizzazione e la proroga fino a metà luglio per rimediare e mantenere in vita la società. Già nella mattinata di oggi Pugliese e Valentini dovrebbero entrare in possesso delle garanzie arrivate dalla Svizzera; il passaggio tecnico su banca italiana potrebbe quindi essere formalizzato già nel corso della giornata. Questo consentirà a Vavassori di prendere la sua decisione sapendo di avere le spalle coperte dai nuovi investitori senza rischiare di trovarsi a dover fronteggiare sorprese. Ma in questi casi, si sa, conta anche la fiducia a pelle e quella c'è fin da febbraio quando la cordata ha risposto all'appello di Vavassori dopo che il nome dell'avvocato Golda Perini, il gruppo inglese e la presunta cessione agli svizzeri avevano di fatto avuto il ruolo di alzare clamore mediatico riguardo alla messa in vendita della Pro Patria: Valentini e Pugliese, pronti a un investimento globale di partenza di oltre 2.500.000 euro, sono amici da anni e il primo in particolare ha rapporti di lavoro molto stretti con il patron della Pro Patria e la sua Saipem. Ecco perché di intoppi non dovrebbero essercene a meno che, ovviamente, le garanzie non arrivassero. Altre questioni sul piatto sono ovviamente gli altri interessi di Pugliese nel mondo del calcio. Per fugare ogni dubbio e, oltretutto, dimostrare l'ampiezza del proprio progetto, l'imprenditore di Trecate ha parlato lunedì con i giornalisti pavesi, non solo per rilanciare il progetto Vigevano (al centro di una diatriba sull'"esclusiva cittadina" con la Pro Vigevano), ma anche per sottolineare come l'eventuale acquisizione della Pro Patria sarebbe un punto fondamentale della costituzione di un polo che potrebbe fare di Busto Arsizio un punto di riferimento per l'intera zona a livello giovanile con lo sbocco in Prima Divisione. Stuzzicato dai cronisti, Pugliese ha confermato che il ruolo di Valentini sarebbe quello di presidente e il suo di amministratore delegato ma i rumors dicono che sarebbe già pronto il progetto tecnico (probabile la conferma di Alberto Colombo in panchina anche se si è parlato pure di Emiliano Bigica, mentre i nomi per il ruolo di direttore sportivo sarebbero quelli di Alec Bolla o in alternativa di Fabio Tricarico). Nelle ultime ore si sono diffuse due voci che hanno contribuito a smuovere le acque: la prima recita che a Pugliese sarebbe stato offerto il Pavia dopo il ritiro della cordata cinese ma il patron avrebbe gentilmente risposto picche, segnale dell'interesse concentrato su Busto; la seconda di un ritorno di fiamma di Tommaso Giulini e di un futuro per la Pro Patria di società satellite del Cagliari. Vero o no che sia, la decisione finale spetta solo a Pietro Vavassori e, in un senso o nell'altro. Almeno per quanto concerne la cordata Valentini-Pugliese, la risposta arriverà con ogni probabilità oggi. In via Ca' Bianca, ma non solo, si resta col fiato sospeso
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