Cristina Rasparini e Giacomo Brega

anch'io mi schiero senza se e senza ma dalla parte degli alberi, creature affascinanti che ammiro tantissimo, di cui ho grande rispetto e che hanno spesso un significato sacro e trascendente, data probabilmente anche la loro longevità

la mia riflessione era solo dettata dalla scelta di un luogo, alcuni terreni agricoli dismessi dall'agricoltore, che per loro collocazione sarebbero molto più funzionali ad un certo sviluppo della viabilità in zona stadio, problema ormai indicato come cruciale dalla questura per far sì che risponda in pieno ai criteri di fruibilità in sicurezza nel rispetto della normativa vigente; invece il comune fa una scelta diversa, decidendo di piantumare il terreno e dargli un collegamento con la Vernavola. Scelta legittima, mi permetto di suggerire allora di salvare capra e cavoli: trapiantare un paio di ippocastani da viale Repubblica al nuovo parchetto lungo la tangenziale, così si fa spazio per un piccolo, facile ponte sul Naviglio all'altezza della curva nord, che consentirebbe di risolvere l'annosa questione della separazione delle tifoserie. Ci sarebbe anche il vantaggio di salvare un paio di ippocastani dall'aria grama di Viale Repubblica, mettendoli in un contesto di pregio naturalistico.
Perché no?